Qualche mese fa abbiamo organizzato l’evento online “Ascoltare per Conoscere” con l’obiettivo di approfondire l’importanza della lettura inclusiva. Questo non sarebbe stato possibile senza il contributo fondamentale di tutti gli speaker coinvolti, che hanno saputo coinvolgere il pubblico con le loro preziose testimonianze.
Questo mese vogliamo ripercorrere l’intervento dell’artista poliedrica Andrea Delogu che, durante la seconda giornata dell’iniziativa, ci ha raccontato la sua esperienza a stretto contatto con la dislessia. Un esempio di come i DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) non rappresentino dei limiti: non è mai troppo tardi, infatti, per conoscersi e trovare un proprio modo di imparare.
Qui di seguito puoi trovare alcuni passaggi della sua intervista.
Io sono Andrea Delogu, sono una donna e una ragazza dislessica e discalculica, e l’ho scoperto a 26 anni. È stato molto complicato affrontare le scuole non sapendolo: pensavo fossi stupida, ma allo stesso tempo capivo che non lo ero. I miei risultati a scuola erano bassi e non riuscivo a comprendere il perché.
Una volta scoperto, a 26 anni, il mondo mi ha sorriso perché ho capito che le stesse cose, spiegate però con un metodo giusto per i ragazzi con un disturbo specifico dell’apprendimento, vengono capite all’istante. Io poi mi sono rimessa a studiare da sola e ho imparato cose che avevo perso a scuola perché ero sfinita, era tutto troppo complicato per me senza sapere quale fosse il metodo giusto per apprendere, e ho capito scrivendo un libro sulla dislessia e incontrando insegnanti e studenti che in Italia si sta facendo qualcosa. Dobbiamo infatti impegnarci per imporre un’inclusione già dai primi anni delle elementari per poi spostarci in tutti gli anni scolastici.
Un bambino dislessico o una bambina dislessica non è una bambina svogliata o un bambino svogliato, tutt’altro. È un bambino che fa il doppio della fatica per riuscire a seguire un metodo di insegnamento che non è il suo. Ho incontrato insegnanti meravigliosi che mi hanno condiviso le loro esperienze e mi hanno fatto capire che c’è una grande luce in fondo al tunnel e che anche gli audiolibri scolastici sono fondamentali.