La stagione della rinascita e dell’amore, la primavera, comincia convenzionalmente il 21 Marzo, in seguito all’equinozio che però, per un errore nel calendario gregoriano, in realtà cade il 20 marzo.
Da sempre l’uomo, durante la stagione del risveglio, ha sentito il bisogno di celebrare il miracolo della rinascita dopo l’inverno e di assicurarsi la prosperità per l’anno a venire, dando vita così a miti, leggende e riti.
La più antica festa di primavera al mondo pare essere Sham El Nessim le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa.
Sham el Nessim, la festa che significa letteralmente «fiutare il vento», in Egitto segna l’inizio della primavera. Ancora oggi si dice che respirare la brezza primaverile rinvigorisce chi la respira.
Secondo gli antichi Egizi, con l’arrivo della primavera, l’Uovo cosmico plasmato da Ptah, da lui deposto sulle rive del Nilo e qui covato dall’oca sacra, si apriva e ne usciva Ra, il Sole.
Il primo giorno di primavera, le strade e i prati delle città Egizie si riempiono di gente, coperte e colori e si fanno picnic all’aria aperta a base di uova (considerate un simbolo universale della rinascita e del Cosmo) e pesce.
Nel mondo Greco i miti di Persefone e di Adone rappresentavano il passaggio dalla stagione fredda e arida alla rinascita e alla prosperità della primavera. La nascita dell’amore e il risveglio della natura erano fortemente intrecciati tra loro.
Ade, dio del mondo sotterraneo, si innamorò di Persefone nata dall’amore tra Zeus e Demetra, dea della fertilità e delle messi. Benché Zeus, acconsentisse, Demetra rifiutò il matrimonio; Ade allora rapì Persefone mentre coglieva fiori, per portarla nel suo regno.
Demetra cominciò a vagare alla ricerca della figlia perduta, sulla terra sopravvenne la siccità, si bloccarono i raccolti; la terra, prima feconda, divenne arida. Zeus ebbe un’unica possibilità: trovare un accordo per restituire Persefone a sua madre. Ma Ade, nel frattempo, offrì dei chicchi di melagrana alla fanciulla affamata. Chi consuma il cibo dei morti, sarà per sempre legato a questo mondo. Alla fine si trovò comunque un compromesso: Persefone avrebbe passato quattro mesi agli Inferi e il resto dell’anno sulla terra. La fanciulla quindi rappresentava il seme che riposa per un periodo dell’anno e germoglia nell’altro attraverso un ciclo immutabile.
In India è diventato famoso il festival di “Holi” che significa “brucia”. Infatti i festeggiamenti iniziano con un falò in corrispondenza della luna piena in cui viene bruciato il demone Holika, il simbolo del male. In questo giorno inoltre ci si lascia alle spalle il passato, pagando i propri debiti e perdonando chi ha commesso qualche sgarbo.
Celebrata nel mese di marzo in India, Nepal, Pakistan e in altri Paesi con forte immigrazione induista, la festa di Holi celebra l’arrivo della primavera coinvolgendo tutta la popolazione indiana in un tripudio di musiche, danze e polveri colorate che vengono lanciate durante la cerimonia.
Il festival dei colori celebra anche l’amore, richiamando la relazione tra Krishna e Radhna. Si narra che Khrisna avesse la pelle blu perché era stato avvelenato da un demone quando era piccolo e temeva che Radhna non l’avrebbe amato per questo motivo. Così decise di dipingerle il volto e farla diventare sua sposa. Per questa ragione l’Holi è anche la festa degli innamorati che si colorano il viso a vicenda in segno di affetto.
Nel pieno della rinascita della primavera vi consigliamo alcuni audiolibri che vi faranno riscoprire questa stagione.