Discorso della Presidente Luisa Alchini

In occasione della presentazione della sala didattica dedicata a Flavio Deveteg

Saluto e ringrazio tutti coloro che sono oggi qui presenti in particolare il Ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Inca, l’Onorevole Roger De Menech, l’onorevole Dario Bond.

Ringrazio le figlie di Flavio Devetag Veronica e Ilaria.

Assenti oggi per diversi motivi e impegni  il Maestro Gualtiero Munerol che mi riferisce esserci con il cuore, l’onorevole Mirco Badole che ringrazia anche per l’iniziativa in memoria dell’amico Flavio, l’Assessore Regionale Gianpaolo Bottacin, il Direttore del CSV Meneguz, la Presidente dell’Unione Ciechi di Belluno, il Presidente della provincia Roberto Padrin che ci ha inviato questa lettera.

Nel 1996 il Cilp si costituisce come associazione grazie ai tanti soci fondatori fra i quali annoveriamo Flavio Devetag. Insieme a lui ricordiamo Flavio Grigoletto che oggi si rammarica di non potere esserci per motivi personali ma che mi raccomanda di portare i suoi saluti a tutti i convenuti e di ricordare insieme a lui due soci fondatori recentemente scomparsi Gianluigi Visenti e Angelo Cassol. Firmarono la costituzione del Cilp: Franco Arpago, Alberto Brambilla, Alessandro Dell’Agnola, Corrado Giazzi, Gianni Guarnieri, la Comunità Montana Feltrina, Daniele Bristot, Adriano Sernagiotto, Wilmo Zardin, il Rotary Club di Feltre, Enrico Gaz assente oggi e che si complimenta con l’iniziativa, il compianto Daniele Cecchet stamane  qui rappresentato dal dott. Mario De Poli commercialisti della nostra associazione, il coordinatore attualmente attivo di Bologna Marzio Bossi.

Sono presenti oggi i soci fondatori Annunciata Olivieri, validissima donatrice di voce e Loris Scopel.

In questi quasi 40 anni il Cilp ha attraversato molte difficolta ma è cresciuto grazie a chi lo ha saputo condurre, ai presidenti che mi hanno preceduta Flavio Grigoletto, Nino Bonan e Flavio Devetag. Hanno dato e danno notevole contributo a questa associazione i coordinatori sul territorio nazionale, i revisori dei conti, l’Ing. Gianpaolo Tono, Cesare Lasen, Piero Reghin, Ezio Bianchi e i dipendenti Cilp.

È inevitabile dimenticare qualche nome, per questo motivo, entro la fine del mio secondo mandato, con il sostegno di tutto il Consiglio Direttivo desidero portare a compimento una sala documentale che raccolga la storia dell’associazione, auspico di poterla realizzare anche insieme al maestro Munerol e a tutti i volontari che desidereranno contribuire ad aggiungere un pezzo del puzzle di questo lungo viaggio dell’associazione.

Tali prodotti sono frutto dell’attività di ricerca e sviluppo effettuata presso la sede di Feltre con la collaborazione di volontari operanti su tutto il territorio nazionale, oggi 300 donatori di voce donano con professionalità la loro voce, sottolineo professionalità perché oggi il volontario non si improvvisa, è persona preparata che offre il suo tempo non solo come grande gesto di generosità ma lo esplica con competenza. Grazie a questo esercito di donne e uomini, di ieri e di oggi, coloro che hanno problemi visivi o per i quali la lettura in modo tradizionale non è possibile possono accostarsi alla lettura, allo studio e a trascorrere ore serene ascoltando buoni libri. Al Centro si rivolgono, ad esempio, non vedenti, ipovedenti, dislessici, distrofici, anziani, malati terminali.

La nuova sala didattica che ci ospita oggi è stata realizzata grazie ai fondi che il Centro ha ricevuto nel 2019 dal Ministero dei Beni Culturali grazie all’impegno dell’allora Senatrice Raffaela Bellot, oggi Socia Benemerita del Centro. In questi anni con gli stessi contributi sono stati inoltre avviati importanti investimenti volti ad ampliare i servizi del Centro come la digitalizzazione a favore degli utenti ed alle migliorie strutturali.

La sala è stata concepita per essere fruibile non solo dal Centro ma anche dalle associazioni del territorio che ne faranno richiesta per svolgere le proprie attività come corsi di formazione, percorsi assistiti per dislessici e molto altro.

Oggi sono stati invitate anche le più alte cariche dello stato bellunesi che ci rappresentano a Roma e a Venezia perché riteniamo che Cilp meriti attenzione e tutela. Questo evento vuole dimostrare con orgoglio i grandi passi che sono stati compiuti in questi anni. Crediamo che gli amministratori e politici siano prima di tutto persone  che come noi  volontari si mettono a servizio della comunità. Alle autorità qui presenti ci rivolgiamo con questo spirito, oltre la posizione politica da essi rappresentata.

Il Consiglio Direttivo da me presieduto insieme ai Consiglieri Mauro Viani, Loredana Borghetto, Eros Zecchini e Filippo Santi intitoliamo oggi la sala al compianto socio fondatore e Presidente dal 2012 al 2015 Flavio Devetag.

Il 31 maggio 1995 presentò la proposta di legge di iniziativa parlamentare a favore del sostegno pubblico al Cilp, che ha segnato un punto di svolta per l’attività dell’associazione feltrina. “Il rapporto benefici-costo di questo finanziamento è altissimo”, aveva sottolineato Devetag alla Camera presentando l’iniziativa legislativa, “con una somma più che modesta, lo Stato garantirà un servizio di alta qualità per lo sviluppo culturale dei ciechi, non soltanto della Comunità Montana Feltrina ma di tutto il territorio nazionale.”

Molti lo ricordano come uomo caparbio, autorevole, al Centro come presidente desiderava che l’attività funzionasse in maniera efficiente proprio come nel reparto di un ospedale, dove sappiamo essere stato medico esperto e stimato. Non si è mai scoraggiato, ha accettato coraggiosamente ogni sfida prospettando strategie e scelte affinché il Centro uscisse dalla crisi in condizioni stabili per l’operatività. Facciamo nostre  le parole di Marzio Bossi socio fondatore e coordinatore di Bologna che lo ricorda così: “Ho appreso con molta tristezza la scomparsa dell’amico Flavio. È sempre stato un grande amico del Centro: voglio ricordare innanzitutto come si sia adoperato, quando era senatore, per fare avere al Centro la sua prima sovvenzione, che ci ha consentito di uscire da una tremenda incertezza sulla stessa nostra possibilità di sopravvivenza.”

Come Presidente ha affrontato momenti molto difficili reggendo con mano ferma il timone fino a condurre la nave in porto.

È a persone come lui che il Centro, privo di “agganci” importanti deve la sua stessa esistenza. Tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di lavorare con lui lo ricordiamo con affetto e con rimpianto.