Cosa è il codice Braille? Quando è nato e come funziona? Quali sono le opportunità per ciechi e ipovedenti? In questo approfondimento cercheremo di rispondere alle domande più frequenti sul codice di lettura e di scrittura ideato nei primi dell’800 e sulla sua applicazione attuale.
Cos’è il Braille e come è nato
Il codice braille è il metodo di lettura e di scrittura per ciechi e ipovedenti. Avviene tramite l’utilizzo di una tavoletta braille e di simboli univoci, diffusi a livello mondiale. Ideato agli inizi del XIX secolo, prende il nome dal suo inventore, il non vedente francese Louis Braille. All’età di tre anni si infortunò all’occhio sinistro nell’officina del padre. L’incidente causò un’infezione che si estese anche all’occhio destro, conducendolo alla cecità. A 10 anni vinse una borsa di studio all’Istituto per giovani ciechi di Parigi, uno dei primi centri dedicati a persone non vedenti. Nella scuola, oltre a venire formati su diversi mestieri, gli allievi imparavano a leggere attraverso il metodo di Valentin Haüy (riconoscere con il tatto i caratteri della stampa in nero).
Decisivo fu l’incontro – avvenuto nel 1821 – con il militare Charles Barbier de la Serre, il quale istruì il giovane Louis su un particolare metodo basato su dodici punti per scrivere messaggi in rilievo, utilizzato dalle forze armate per l’invio di messaggi notturni. Proprio da questo metodo Braille, a soli 15 anni, trasse ispirazione e ideò la barra braille, che permetteva sia di leggere sia di scrivere (in quest’ultimo caso non senza difficoltà). Nei mesi successivi all’incontro Louis testò diversi sistemi e combinazioni finché non individuò la soluzione ideale in sei punti combinati tra loro. Combinazione poi estesa per la matematica (Nemeth Braille) e per le note musicali (Codice musicale Braille).
Inizialmente il codice elaborato da Braille incontrò non poche difficoltà, incluso l’ostracismo di alcuni insegnanti. Il primo libro in braille vide la luce nel 1827 ma Louis, morto nel 1852 di tubercolosi (dunque più di 20 anni più tardi dalla pubblicazione), non fece in tempo ad assistere al successo mondiale della sua creazione.
Alfabeto e linguaggio braille: come funziona
Per poter leggere e scrivere in braille è ovviamente necessario uno studio approfondito dello strumento. È di fatto un codice basato su simboli definiti ed universalmente riconosciuti che – come abbiamo già accennato – indicano lettere dell’alfabeto, la punteggiatura, i numeri, i segni matematici e persino le note musicali.
Il codice alfabetico alla base del braille è composto da 6 punti disposti all’interno di un rettangolo ideale, in uno spazio che corrisponde a quello del polpastrello del dito indice. La combinazione dei punti è possibile in ben 64 modi differenti e permette alle persone con disabilità visiva di comunicare. Ad oggi sono disponibili in braille testi di qualsiasi genere, dalla letteratura, alle materie scientifiche, a quelle umanistiche, ai testi per le scuole.
Scrittura braille
La scrittura non è semplice: il codice deve infatti essere tracciato sulla faccia opposta della pagina, invertendo non solo la disposizione dei caratteri (da destra verso sinistra) ma anche la forma. Tutte le lettere sono scritte con la combinazione di 6 punti per cella che abbiamo descritto sopra. I punti sono disposti su due righe verticali di tre ed ogni lettera viene rappresentata da un solo punto o da diversi. Ad esempio le prime dieci lettere dell’alfabeto dalla A alla J sono composte esclusivamente da una combinazione dei quattro punti più in alto. Alle dieci lettere successive viene invece aggiunto il punto in basso a sinistra alle dieci precedenti. Si procede con questo schema fino alla lettera T, perché le lettere seguenti sono formate aggiungendo entrambi i punti più bassi alle dieci lettere di partenza.
Anche la punteggiatura segue la stessa logica, con la combinazione dei sei punti in una sola cella. Ad esempio un singolo punto in basso a destra indica che la lettera che segue è maiuscola, mentre il punto è riconoscibile dal puntino in basso a destra e dai due della seconda fila. Ad oggi è possibile scrivere in braille a mano (tramite punteruolo e tavoletta), attraverso apposite macchine dedicate o con speciali tastiere per computer che riproducono nei tasti la combinazione dei punti. In questo modo, al tatto, è possibile individuare la lettera corrispondente.
L’importanza del linguaggio braille
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) quantifica in 285 milioni la popolazione con problemi visivi. Circa 39 milioni sono cieche, le restanti ipovedenti. In Italia circa il 2,2% della popolazione soffre di patologie legate alla vista, e lo 0,3% sono affette da cecità totale. Da questi numeri è chiaro quanto sia importante poter contare su un sistema di lettura e scrittura condiviso a livello internazionale e che per questo può essere definito come una delle più grandi invenzioni della storia. Ha infatti permesso ai soggetti disabili un livello di qualità della vita che probabilmente non si sarebbe mai raggiunto senza.