Due elementi contrapposti, ma allo stesso tempo collegati tra loro: l’inferno e il paradiso.
Da sempre presenti nell’immaginario dell’uomo, inferno e paradiso sono spesso argomento di discussione ed interpretazione in ambito religioso, letterario, artistico e musicale.
L’inferno, secondo la dottrina cattolica, è il luogo di punizione e disperazione a cui sono condannati per l’eternità gli uomini che hanno scelto in vita di compiere il male.
Nell’immaginario della letteratura e dell’arte è un luogo pieno di fuoco e fiamme, dove diavoli orribili e crudeli tormentano i dannati con pene di ogni genere, secondo la gravità delle colpe commesse durante la vita.
Questo immaginario ha portato all’interpretazione odierna, che vede l’inferno come una condizione di eterna sofferenza, fisica e spirituale.
Ma non è stato sempre così: per i popoli antichi, l’inferno era semplicemente un luogo, ubicato nelle profondità della Terra o ai confini del mondo, in cui convergevano tutte le anime dopo la morte.
La parola inferno deriva infatti dal latino infernus (“che sta sotto”, “inferiore”), cioè il luogo sotterraneo e tenebroso dove dimorano i morti.
Ai buoni invece, sempre secondo l’immaginario religioso, è riservata la felicità eterna: il paradiso.
Il paradiso è la sede celeste di Dio e dei beati, il luogo dove dimorano i giusti dopo la morte.
Il paradiso è stato ampiamente descritto sia in letteratura che nei testi di ogni credo religioso.
Virgilio, nel libro 6° dell’Eneide, descrive il paradiso pagano come un luogo d’incantevole bellezza, dove regna un’eterna primavera e gli abitanti vi trascorrono il tempo suonando, cantando e banchettando serenamente.
Per la tradizione germanica, invece, il paradiso era un luogo lontano e inaccessibile, riservato agli eroi: il Walhalla.
Anche la tradizione islamica, nel Corano, parla del paradiso come «i giardini dell’Eden», in cui i beati godono di frutti abbondanti e felicità eterna in un luogo meraviglioso.
Nel mondo spirituale cinese e in alcune forme di buddismo e induismo, il paradiso è luogo di bellezza, armonia e gioia, luce e profumi sovrumani.
La letteratura è ricca di interpretazioni e racconti riguardo questi temi, ma la più celebre è sicuramente la Divina Commedia, dove Dante descrive l’aldilà secondo un ben preciso schema architettonico.
Scopo dichiarato del poema è di riportare gli uomini sulla via del bene e della verità, mediante la rappresentazione delle pene e dei premi che attendono rispettivamente i peccatori e i buoni nella vita eterna.
Ecco allora alcuni titoli, sia classici che recenti, per approfondire questo tema o semplicemente avere uno spunto per la vostra prossima lettura!