Katjusa Casagrande e il piano di inclusività del liceo Dal Piaz

L’evento Ascoltare per Conoscere è stato un successo, sia per il numero di iscritti sia per la capacità dei nostri speaker di aver portato la lettura inclusiva su un altro livello, o meglio, su diversi livelli. 

Riprendiamo insieme, allora, alcuni degli interventi che hanno animato queste tre importanti giornate. 

In modo particolare rivediamo l’intervista della docente Katjusa Casagrande che durante il primo incontro ci ha parlato del piano d’inclusività del liceo Dal Piaz.

“Da due anni affianca il referente per l’inclusione del Liceo dal Piaz  in qualità di referente per DS e altri Bes. Che cosa significa essere referente DS? E con quali figure professionali eventualmente si rapporta?” 

“Sì, collaboro con il collega referente per l’inclusione. In pratica ho il compito di promuovere le attività connesse all’inclusione di alunni con disturbi specifici dell’apprendimento. Tra le altre cose, devo coordinare i consigli di classe nella stesura dei piani didattici personalizzati per gli alunni con altri BES, informando sugli aspetti normativi ed eventualmente consigliando sulle strategie metodologiche didattiche opportune. E poi devo supportare i colleghi nell’accoglienza degli studenti con disturbo specifico di apprendimento o altri BES” 

“Adesso le chiederei se può presentare brevemente il liceo Dal Piaz dove lavora”

“Il Liceo statale Dal Piaz oggi conta quattro indirizzi: lo scientifico tradizionale, lo scientifico applicato, ospitati nella sede centrale di via Colombo. E poi il classico e linguistico, ospitati invece nella sede di via Tofana. Il motto che abbiamo scelto che figura nel piano dell’ inclusività è la frase di Martin Luther King ‘Potremmo essere arrivati da campi diversi, ma ora siamo sulla stessa barca’. Perché, al di là del conseguimento dei risultati, che pure è importante, l’obiettivo del liceo è comunque creare un senso di comunità, che vuol dire prima di tutto dare valore a tutti. 

“Nel piano per la inclusività si parla e anche lei prima ha citato studenti con BES, allora ce ne sono nella sua scuola, chi sono? Ce ne vuole illustrare le caratteristiche che ritiene più importanti?”

“Più che scendere, magari in particolari, ecco, forse è opportuno chiarire che cosa si intende con bisogni educativi speciali e quindi, diciamo così, i BES comprendono la disabilità certificata ai sensi della legge 104 del 92, il disturbo specifico di apprendimento certificato ai sensi della legge 170 del 2010 e sono quattro. La dislessia, che si manifesta nell’area della lettura. La disgrafia e la grafia che si manifestano nell’ambito della scrittura e la discalculia che si manifesta nell’area del calcolo.”

“Quindi anche voi come docenti del liceo Dal Piaz stendete i famosi PDP, cioè i piani didattici personalizzati. Ce ne vuole parlare allora?”

“In sostanza, il PDP rappresenta l’alleanza, diciamo così, tra il ragazzo, la famiglia, gli insegnanti, gli specialisti e la coordinazione. La collaborazione è indispensabile per creare benessere e dunque creare anche il successo dello studente. Viene riportata la descrizione dell’abilità di lettura, di scrittura, di comprensione del testo, calcolo e così via. Poi si trova brevemente la descrizione delle caratteristiche dell’alunno e del suo comportamento. Il PDP indica le strategie metodologiche e didattiche che si intende attivare.”

“Ormai tutti i libri di testo in realtà propongono spunti per la didattica inclusiva che cerca di valorizzare e di promuovere i diversi stili di apprendimento. “

“Al di là dello studio dei manuali. In che modo viene stimolato nei ragazzi il piacere della lettura?”

“Come diceva Pennac, leggere non supporta l’imperativo, certo. E perciò ecco, diciamo la lettura domestica, la successiva discussione in classe non sono sufficienti a comunicare poi il piacere di leggere e quindi bisogna trovare altri canali. Si può prevedere l’ascolto di testi letti da bravi attori e ormai in commercio si trova molto.”

Durante questa conversazione con la professoressa Casagrande del Liceo Dal Piaz è stato presentato un esempio virtuoso di didattica inclusiva che mira a eliminare gli ostacoli all’apprendimento e a favorire la partecipazione degli studenti e di tutti gli studenti.