Da Silvia Bianchet – Educatrice RSA Meano Santa Giustina
Da anni abbiamo il piacere di condividere dei momenti di incontro con le lettrici del Libro Parlato che hanno fatto emergere come le parole possono diventare un ponte prezioso tra le persone, capace di accendere ricordi, emozioni e relazioni.
Durante questi incontri, la voce delle lettrici diventa strumento di vicinanza. Ogni parola, ogni pausa, ogni sorriso condiviso crea un’atmosfera di intimità e attenzione reciproca. Gli anziani, anche quelli con difficoltà visive o cognitive, possono così immergersi nel piacere dell’ascolto e riscoprire il gusto di “leggere con le orecchie”.
La lettura ad alta voce favorisce non solo l’ intrattenimento, ma anche il benessere emotivo e cognitivo, ascoltare storie stimola la memoria, l’immaginazione e le capacità di concentrazione, oltre a ridurre lo stress e favorire il rilassamento.
Per molti ospiti delle RSA, i racconti letti diventano un’occasione per rivivere ricordi e condividere esperienze. La voce della lettrice diventa così un filo che collega passato e presente, stimolando la memoria autobiografica e rafforzando I’identità personale.
Oltre al piacere dell’ascolto, questi incontri rappresentano anche un importante momento di aggregazione. Gli anziani si ritrovano insieme commentare, ridere, ricordare. Le lettrici, dal canto loro, portano energia, empatia e curiosità, creando legami sinceri con gli ospiti e con il personale delle strutture.
In molti casi, queste iniziative diventano appuntamenti attesi, che scandiscono la settimana e contribuiscono a rendere la vita in RSA più ricca e partecipata.
Le volontarie offrono non solo letture, ma tempo, presenza e ascolto. Attraverso la loro voce, donano attenzione e dignità, dimostrando che la cultura può essere un potente strumento di cura.
Nei momenti di lettura nelle RSA, i libri tornano a essere ciò che sono sempre stati: strumenti di incontro, emozione e memoria.
Grazie alle lettrici la voce diventa compagnia, la storia diventa dialogo, e ogni pagina si trasforma in un abbraccio sonoro capace di scaldare anche i cuori più fragili.
Da Orietta Scardanzan – Gruppo di Cencenighe
Circa 2 anni fa ho ricevuto un breve messaggio da parte di Luisa “Ciao, come va? Possiamo sentirci telefonicamente?”
Mai avrei immaginato, che da questo messaggio, sarebbe partita una collaborazione che mi avrebbe catapultato nel mondo del volontariato: leggiamo nelle tre case di riposo del territorio con delle cadenze fisse e in modo regolare grazie al gruppo dei libri parlanti in Agordino che in questi 20 mesi è cresciuto a dismisura.
Mi capita spesso di parlare con persone che vogliono saperne di più o vorrebbero provare a fare l’esperienza. Per leggere agli anziani serve, oltre a una buona lettura, un atteggiamento di rispetto verso il loro mondo, un’empatia verso l’altro che generalmente chi si propone ha già naturalmente… e chi prova, poi rimane, donando il tempo che può, che riesce. Ho chiesto al gruppo di scrivere una parola, una sola, che racconti quello che si prova quando si fanno gli incontri di lettura.
l vocaboli scaturiti sono i seguenti:
-appagamento
-legame
-connessione
-accrescimento interiore
-condivisione
-pace
-riconoscenza
-amore
L’ultima mi ha scritto “una parola non la so, ma so che mi si scalda il cuore”.
Lascio a voi trarre le conclusioni.