Marzio Bossi ci parla dei donatori di voce del carcere a Bologna

L’obiettivo dell’evento “Ascoltare per Conoscere” era di portare la lettura inclusiva su un altro livello, o meglio, su diversi livelli: questo è stato possibile grazie al contributo fondamentale di tutti gli speaker coinvolti, che hanno saputo coinvolgere il pubblico con le loro preziose testimonianze. 

Questo mese vogliamo ripercorrere l’intervento del socio-fondatore e donatore di voce del CILP Marzio Bossi che, durante la prima giornata dell’iniziativa, ci ha parlato dell’esperienza dei donatori di voce del carcere a Bologna.

Qui di seguito potete trovare alcuni passaggi della sua intervista. 

Marzio parliamo dell’importante iniziativa accennata anche con il prof. Cornoldi, cioè la tua intuizione di portare al CILP un ausilio importante che è il “Leggo-ascolto”. Vuoi spiegarci e spiegare a chi ci ascolta in cosa consiste Epub3, consultabile sul nostro sito?

La nostra ultima ricerca riguarda libri che possono essere visti e ascoltati in maniera asincrona. Dopo il linguaggio Epub, che consente di avere i cosiddetti ebook, è nato un linguaggio Epub3 che ha possibilità molto maggiori.

A noi però, di tutte queste possibilità interessava quella di sincronizzare frasi di testo con la corrispondente lettura fatta da voci umane naturali, mentre fino a quel momento questo poteva essere fatto solo con una sintesi vocale. Il problema immediatamente emerso è che per trasformare in Epub una favoletta di una pagina ci abbiamo messo un paio di giorni: evidentemente senza qualche forma di automatizzazione la cosa non sarebbe stata praticabile. Da articoli pubblicati su internet abbiamo avuto la fortuna di conoscere un ingegnere veneto esperto di questa nuova tecnologia, il quale ci ha introdotto ai misteri di questo linguaggio rendendoci capaci di creare un software CILP che consente di creare in tempi molto ragionevoli un libro in Epub3. 

Un libro in Epub3 può essere fruito attraverso l’uso di un computer: nella videata si vede il testo con il font e le dimensioni scelte e le eventuali figure. Una frase alla volta viene evidenziata e contemporaneamente la frase viene letta da una voce umana registrata.

Marzio Bossi è anche impegnato nel volontariato, ma quello che tu realizzi spesso ha a che fare anche con il sociale. Un’iniziativa importante che con grande caparbietà sei riuscito a portare avanti è quella di essere riuscito a reclutare delle persone, in particolar modo delle donne in carcere. È stata una sfida grandissima, ma tu non ti arrendi se non altro per l’importanza sociale di questa iniziativa. Raccontiamola.

Sì, è proprio vero. A volte se si è molto tenaci, si può entrare anche in ambienti in cui sembrerebbe impossibile entrare. 

Diversi anni fa sono stato contattato da un insegnante di un liceo che aveva visto il mio nome come coordinatore locale sul sito di CILP. Lei, assieme ad altri colleghi, si recava presso il carcere di Bologna, addirittura nel settore di massima sicurezza dove insegnava ai detenuti. Aveva letto della nostra attività e mi chiese se ero disponibile ad aiutarla nel tentativo di utilizzare questi carcerati come donatori di voce.

Ho affrontato per la prima volta con un certo timore questo ambiente che per noi è assolutamente fuori dal normale. Vi assicuro che le prime volte il rumore di chiavistelli prodotto ogni volta che passate da un settore a un altro e se superato un cancello di ferro è davvero agghiacciante. 

Siamo andati nelle aule del settore di massima sicurezza dove gli studenti erano tutti uomini non giovanissimi, di origine meridionale, la cui appartenenza a cosche mafiose era più che evidente. 

Ho fatto loro i nostri soliti provini, ma ovviamente nessuno di loro, con la loro accentuata pronuncia, avrebbe potuto passare la selezione alla quale sono sottoposti i nostri aspiranti donatori di voce. L’unica soluzione era quella di trovare un testo adatto e ho pensato alla poesia a livella di Totò, che da loro poteva essere resa in maniera adeguata. Naturalmente la loro registrazione avrebbe potuto essere usata solo in particolari ambienti, ma purtroppo prima che il progetto potesse finalmente partire, sono stati trasferiti un paio di detenuti sui quali gli insegnanti avevano investito tante fatiche e tutto è finito lì. Questa esperienza però mi aveva lasciato dentro un seme che alla fine è germogliato e ho messo a punto un progetto: avremmo selezionato i detenuti interessati, li avremmo istruiti e avremmo fornito computer e software per creare un nucleo di donatori di voce.