L’obiettivo dell’evento “Ascoltare per Conoscere” era di portare la lettura inclusiva su un altro livello, o meglio, su diversi livelli: questo è stato possibile grazie al contributo fondamentale di tutti gli speaker coinvolti, che hanno saputo coinvolgere il pubblico con le loro preziose testimonianze.
Questo mese vogliamo riascoltare l’intervento dei due docenti Matteo Masini e Michele Vello che, durante la prima giornata dell’iniziativa, ci hanno raccontato i progetti inclusivi portati avanti dall’Istituto comprensivo “Gianni Rodari” di Santa Giustina, in provincia di Belluno. Un esempio prezioso di come garantire l’inclusione nel contesto scolastico.
Qui di seguito potete trovare alcuni passaggi della loro intervista.
Hanno accolto il nostro invito i professori Matteo Masini e Michele Vello, entrambi docenti dell’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” di Santa Giustina. Abbiamo chiesto ai nostri amici di intervenire in questo convegno perché abbiamo saputo di tante belle iniziative che vengono realizzate nel loro istituto, volte all’inclusione. Cominciamo dal professor Vello: raccontiamo la recente iniziativa che vi ha visti destinatari di un premio importante.
“Recentemente abbiamo partecipato a un concorso nazionale che si è svolto a Brescia per la realizzazione di un booktrailer, ossia un breve film che ha lo scopo di presentare e di lanciare un libro, che i ragazzi hanno letto e apprezzato. Quindi i ragazzi si sono, in questo modo, trasformati non solo in lettori, ma sono diventati anche dei registi, degli operatori, dei tecnici del suono, dei costumisti e sono entrati così a sperimentare il mondo del cinema. Il booktrailer dura poco però è bello riuscire, in un minuto e mezza, a trasmettere un messaggio.
Si sono cimentati in questa esperienza tutti gli alunni della classe 3C e ognuno di loro ha portato un proprio contributo, anche piuttosto interessante, al di là delle difficoltà che ognuno può avere. La diversità è ricchezza, sempre: portare anche un punto di vista diverso da quello del compagno è importante e, in attività come queste, tutti trovano il modo di esprimere sé stessi. Ognuno ha lo spazio per dare un po’ di sé agli altri.“
Insomma, anche voi, come noi, avete fatto parlare un libro. Quindi voi avete fatto questa cosa meravigliosa: spesso il libro diventa quasi un rifiuto da parte dei ragazzi, magari perché deve essere letto per forza o perché rientra nella didattica. Invece il piacere del libro, fatto in questa maniera, può essere davvero entusiasmante.
“Sì, perché è un modo anche per agganciare i ragazzi con altre tecnologie, magari con media ai quali loro sono più abituati. Però c’è sempre poi di base la lettura. Abbiamo fatto in passato esperimenti simili: anche noi avevamo fatto un piccolo audiolibro giocando in quel caso sull’avventura di Ulisse, non semplicemente leggendo brani dall’”Odissea” ma immaginando, e qui i ragazzi sono diventati scrittori, cosa potevano pensare di Ulisse i personaggi che ha incontrato.
Penso che lavorare sull’inclusione e dare modo a tutti di esprimersi in base alle proprie capacità e alla propria ricchezza sia fondamentale, soprattutto di questi tempi.“
Professor Masini, invece, cos’altro di bello avete fatto?
“Un progetto che è nato quasi dieci anni fa circa è quello dei Quaderni di Santa Giustina. I Quaderni di Santa Giustina sono dei quaderni che raccontano il territorio del paese in cui i ragazzi vivono e lo raccontano sotto diversi punti di vista che sono principalmente quello storico, artistico e naturalistico.
Anche qui abbiamo visto che uno dei punti di forza fondamentali del progetto era proprio quello che dava spazio a ciascun ragazzo, secondo i propri talenti, per potersi esprimere.“
Avete riscontrato in questo periodo, tristemente caratterizzato dalla pandemia e quindi dalla didattica a distanza, se i vostri ragazzi hanno subito dei cambiamenti? I ragazzi hanno la voglia di partecipare a questi progetti come prima?
“Gli effetti del lockdown sono stati sicuramente pesanti sia sull’aspetto relazionale e sociale: tra i ragazzi abbiamo trovato una forte difficoltà a settembre e ottobre proprio nello stabilire delle relazioni che fossero serene tra di loro.
Ricorrere a questi progetti è stata un po’ l’arma per cercare di ripristinare il tempo perso. Ad esempio uscire in bicicletta per dei progetti e per raggiungere degli obiettivi è stato per loro proprio un toccasana, perché voleva dire tornare a fare sport, tornare all’aria aperta, tornare a socializzare comunque con un progetto e un obiettivo anche didattico davanti. Abbiamo visto un riscontro positivo nel corso dell’anno.“