Quasi 400 i donatori di voce che prestano la loro opera Luisa Alchini: «Cresce la fetta di dislessici in età scolare»
Qualcuno si è bloccato, qualcuno si è reinventato. Il Centro internazionale del libro parlato invece non si è mai fermato. Anzi, ha segnato numeri record in un anno funestato da una pandemia che ha messo in discussione dogmi e paradigmi, rinforzando però in molti la convinzione che nelle difficoltà se ognuno fa da sé, l’intero sistema sociale rischia di saltare. Ecco allora che nella vivacità – o nella solitudine – delle proprie case, un centinaio di nuove persone sono arrivate a bussare alla porta del Cilp per chiedere un audio-aiuto nella lettura e nello studio, portando il dato 2020 a schizzare alla vetta più alta di sempre, 1969 utenti.
«Siamo andati effettivamente contro corrente», ammette la presidente del Centro Luisa Alchini con una punta di orgoglio nella voce, «non solo, l’anno scorso ci sono stati 391 donatori di voce che hanno letto per noi almeno un libro o una rivista». Numeri lusinghieri che però non hanno significato solo tante soddisfazioni, ma anche molto più lavoro: «Siamo stati chiamati a fare una selezione enorme delle candidature, arrivate da tutta Italia e cresciute probabilmente anche grazie alla pubblicazione del nuovo sito internet».
L’attività di volontariato di fatto non è solo caritatevole, soprattutto in questi anni in cui viene chiesta sempre più professionalità. «Per essere donatore di voce bisogna avere certi requisiti, sia tecnici sia tecnologici, che talvolta riusciamo a integrare offrendo corsi di lettura espressiva o di dizione. L’unica cosa che chiediamo per certa è la costanza». Tra le categorie di persone che si rivolgono al Centro c’è lo zoccolo duro di ciechi e ipovedenti, anche se «la stragrande maggioranza degli utenti è composta dai dislessici, soprattutto di età scolare. Per noi si tratta di una fase tanto importante quanto delicata, che cerchiamo di trattare in stretta collaborazione con famiglie e scuole, laddove possibile».
Quelle di Feltre ad esempio ospitavano i volontari del Cilp per fare interventi mirati in classe, peccato però che con il coronavirus questa progettualità sia stata forzatamente sospesa. Poco male, visto che grazie a sostanziosi finanziamenti veicolati dalla sensibilità di alcuni politici bellunesi («ci tengo a ringraziare la senatrice Raffaela Bellot»), c’è stato il tempo di concentrarsi sulla digitalizzazione del materiale audio, che talvolta giace ancora registrato su cd e che viene recapitato in modi non sempre agevoli.
«Stiamo facendo un importante salto tecnologico», sottolinea Alchini, «l’obiettivo dei prossimi mesi è passare la gran parte del nostro materiale (oltre 12 mila titoli, fatti soprattutto su commissione) in streaming in modo da renderlo fruibile a tutti i nostri utenti tramite una app e una piattaforma».
E sarà possibile farlo anche con Alexa, l’assistente vocale di Amazon. Un’altra azione che è stata realizzata nel corso del lockdown è stata la cessione di una decina di tablet in comodato d’uso gratuito agli ospiti di alcune Residenze sanitarie assistenziali di Cremona, dove si trova uno dei coordinamenti territoriali più importanti. «Abbiamo perso due volontari cremonesi per colpa del Covid che là ha colpito duro, soprattutto nella prima parte dell’anno scorso: ecco perché abbiamo voluto manifestare la nostra vicinanza a quel territorio a cui siamo legati così tanto, grazie alla Croce rossa che ci ha permesso di arrivare con più rapidità all’interno delle Rsa».
Un’attenzione alla persona che è sempre più apprezzata, stando almeno ai risultati di un sondaggio somministrato lo scorso anno. «La differenza per noi è data dalla vicinanza», conclude la presidente, «durante il lockdown è capitato spesso ai nostri volontari di parlare al telefono con gli utenti non tanto per gli audiolibri, quanto per chiacchierare e distrarli un po’. Il Centro del libro parlato è anche questo».-
Francesca Valente – FELTRE