Romina Cristallo porta la sua esperienza di donatrice di voce sensibilizzata dalla sua patologia, la maculopatia

L’obiettivo dell’evento “Ascoltare per Conoscere” era di portare la lettura inclusiva su un altro livello, o meglio, su diversi livelli: questo è stato possibile grazie al contributo fondamentale di tutti gli speaker coinvolti, che hanno saputo coinvolgere il pubblico con le loro preziose testimonianze. 

Questo mese vogliamo ripercorrere insieme a voi l’intervento dell’insegnante e artista Romina Cristallo che, durante la terza giornata dell’iniziativa, ci ha raccontato la sua esperienza come donatrice di voce del CILP sensibilizzata dalla sua patologia, la maculopatia. Un esempio virtuoso di come essere sensibilizzati da una patologia non è limitante, ma è un’occasione per emergere e aiutare altre persone. 

Qui di seguito potete trovare alcuni passaggi della sua intervista.

Sei entrata all’inizio del 2021 nella nostra associazione. Il COVID ha influito sulla scelta di partecipare, di provare a diventare donatore di voce?

Decisamente sì, avevo più tempo per navigare in internet e ho scoperto piacevolmente la vostra associazione . Da lì, dopo vari casting e prove, sono diventata una vostra donatrice. Ho avuto qualche difficoltà a trovare i microfoni, con le registrazioni, l’aggiornamento del programma però alla fine ce l’ho fatta.”

Durante quest’anno ci hai dato già tanto, perché hai già registrato un buon numero di libri e hai già dato la possibilità ai nostri utenti di ascoltare la tua voce per diverse registrazioni. Come sei venuta a conoscenza del nostro centro?

Io purtroppo ho una malattia alla vista, ho la maculopatia umida nell’occhio destro. Mi sono trovata a confrontarmi sulla mia malattia in un gruppo Facebook con tante altre persone che hanno più o meno la mia stessa patologia, chi più vecchiotto, chi più giovane. Scorrendo, soprattutto nel periodo del lockdown, ho trovato una pubblicità di una persona che vi conosceva e vi consigliava alle persone con patologie ben più gravi della mia per ascoltare audiolibri. Io ci sono andata come malata o comunque con l’intenzione di diventare io socia e ho visto che si poteva diventare donatori di voce. E da lì poi ho deciso di donare appunto la mia voce alle persone che hanno problemi visivi ben più gravi dei miei.

Tu però hai anche una base formativa che ti ha portato un pochino a essere predisposta per questa attività.

Sì, diciamo che è stato un po’ più semplice rispetto ad altri donatori, visto che da quando ho 14 anni studio nel mondo dello spettacolo, del teatro. E negli ultimi anni, proprio da quando ho questa malattia, ho voluto mettermi in gioco anche nel mondo del doppiaggio. È ancora un hobby, il mio primo lavoro è l’insegnante della scuola materna: anche per i bambini piccoli la voce è importante. Se non siamo empatiche nel raccontare le storie, perdi la loro attenzione in cinque minuti.

I bambini a cui insegni sono molto piccoli: non c’è la possibilità di capire se magari la dislessia c’è già anche se sono così piccoli?

Purtroppo no. In quei casi, nell’ambito della scuola materna, possiamo iniziare a percepire qualche avvisaglia nell’ultimo anno, quando magari utilizziamo delle schede o notiamo magari difficoltà di linguaggio.

Come dicevamo prima, bisogna anche avere il coraggio di uscire dalla propria zona di comfort e provare, perché non è detto che non sia piacevole.

Infatti, quando nelle varie prove mi è stato chiesto quali libri avrei preferito leggere, ovviamente ho risposto quelli per bambini. Quando poi mi sono stati offerti libri diversi, dai romanzi ai libri di cucina, mi sono messa in gioco volentieri proprio perché bisogna imparare ad ampliarsi su tutti i punti di vista.”