Tutti in piedi, c’è Dante

Standing ovation per la Commedia

Centro Internazionale del libro parlato (Cilp) e Fondaco per Feltre hanno offerto una rara esperienza dedicata a Dante Alighieri.

Si immagini il prorompere del «Dies irae» suonato all’organo con potenza, l’interprete che legge i versi iniziali
del viaggio nell’Oltretomba di Dante e il tappeto di affreschi medioevali del Santuario gremito di santi e martiri.

Lo spettatore ne è subito preso con emozione e suggestioni antiche.

Ma poi, dopo l’incontro con Virgilio dalla voce roca, l’ingresso all’Inferno, la barca di Caronte, si immaginino le angeliche voci femminili cantare «In exitu Israel de Aegipto» proprio mentre Mario Ballotta interpreta da par suo i versi di Dante che citano proprio questo salmo all’apparire della lieve barchetta dell’Angelo nocchiero del Purgatorio e via via sempre il canto gregoriano fa da filo conduttore lungo l’itinerario delle terzine del poema.

Non si incontrano Paolo e Francesca, Ugolino, Ulisse ai quali spesso si riduce la Divina Commedia e che così spesso vengono citati, si incontra Dante, la sua fede, la sua vita strappata alla patria, le sue paure di perdersi, il suo bisogno di guida e di aiuto su per le balze del Purgatorio fino al Paradiso, alla preghiera di san Bernardo, l’innamorato della Vergine Maria, all’indicibile incontro con il mistero della Trinità, alla impossibile descrizione del Paradiso, impossibile perché «Ineffabile» parola greca che significa «che non si può dire».

Eppure Dante tenta con esempi e similitudini di renderne l’idea attingendo alle sue gioie, al suo amore e i suoi terribili dolori.

E sempre compaiono i richiami alla natura, agli animali, al volgere delle stagioni e del tempo e agli echi che suscitano nel cuore umano.

Alle parole conclusive dell’opera e della recita, che si può definire sacra, «A l’alta fantasia qui mancò possa /ma già volgeva il mio disio e ‘l velle/, sì come rota che igualmente è mossa, / l’amor che muove il sole e l’altre stelle» tutti i presenti si sono alzati in piedi in un applauso incontenibile e prolungato che ha trasmesso agli interpreti tutti la gioia di aver condiviso un’esperienza rara.

Mistica, si può dire che ha rimestato nel cuore dei presenti echi lontani di quando credevano in Dio con fiducia, suscitando la nostalgia di un mondo che, nonostante tutto, non è perduto.

Ed ecco gli interpreti: recitazione Mario Ballotta, voci soliste Vania Soldan, Leonardo Parcianello, Coro «Schola gregoriana aurea luce», organista Stefano Maso, direttore Renzo Toffoli. Tutto questo domenica 29 agosto alla basilica santuario dei santi martiri.

Articolo di Giuditta Guiotto