Ascoltare per Conoscere: l’evento secondo la Presidente del CILP

L’evento Ascoltare per Conoscere è stato un momento importante per continuare a parlare di vera inclusività. La Presidente del CILP, Luisa Alchini, lo racconta: “Fondamentale per far rete e collegare visioni ed esperienze lontane”

Luisa Alchini, Presidente del Centro Internazionale del Libro Parlato, offre il proprio punto di vista sul successo dell’evento “Ascoltare per Conoscere”, la tre giorni del 18-19-20 maggio nata con l’obiettivo di sviluppare il discorso sulla lettura inclusiva, rafforzando la rete tra professionisti, medici, insegnanti, esperti e realtà virtuose di varia natura e dimensione.

La Presidente – già donatrice di voce per il CILP nel 2010 – ha moderato molti degli interventi dei 28 speaker di fama nazionale, presiedendo un evento che ha sfiorato i 1000 iscritti. Ecco qualche domanda che ci aiuta a tirare le somme e a ripercorrere le tappe che hanno portato il successo di “Ascoltare per Conoscere”.

Qual è stata l’idea che ha portato la nascita dell’evento online “Ascoltare per Conoscere”?

Ci siamo interrogati più volte sul nostro bacino di utenti, sviluppando delle analisi per sondarne bisogni e necessità. In questo modo, consci del grande impegno che mettiamo nel nostro lavoro, abbiamo deciso di fare un passo in più. L’idea di realizzare un evento, proposta da Larin Group, si distanzia dalle solite attività: in passato abbiamo optato per il format del convegno, ad esempio, principalmente a Feltre. 

Feltre, purtroppo, non ha una posizione “comoda” per essere raggiunta da partecipanti e collaboratori provenienti da tutta Italia. La soluzione dell’evento online, alla quale ci siamo abituati a causa della pandemia, sembrava quindi quella più efficace, e abbiamo scelto di perseguirla. Ciò ha permesso anche di attingere ad una utenza molto più ampia, così come di richiedere la collaborazione di ospiti che, in altra maniera, non avrebbero potuto partecipare. 

L’idea di partenza era quella di focalizzarci sul tema “dislessia”, e solo in un secondo momento, anche grazie al dialogo con i primi speaker individuati, si è scelto di ampliare la prospettiva. A questo punto nasce il desiderio di raccogliere la lettura e la cultura sotto il grande tema-ombrello “inclusività”, cercando di strutturare un evento che servisse tutte le disabilità di cui il CILP si occupa e che coinvolgesse da vicino il mondo che gravita attorno ad esse.

Inclusività al centro, quindi: qual è stato, in questo, il più grande lascito dell’evento?

In generale, va detto che c’è molta sensibilità al tema “inclusività”, è vero: abbiamo trovato conferma di ciò, a più livelli, durante la tre giorni. Tuttavia, credo anche che in certi contesti sia quasi un tema inflazionato, ed è per questo motivo che il nostro intento non era quello di sviluppare il solito evento fine a sé stesso. Volevamo creare qualcosa che convogliasse esperienze, visioni, e approcci di differenti realtà e associazioni, più o meno vicine. Utilizzerei una sola parola: rete. 

Credo che sia stato questo il più grande risultato dell’evento: essere riusciti a far emergere la rete, spesso invisibile, che regge l’impegno comune in direzione della cultura inclusiva. Penso anche alle associazioni territorialmente distanti, così come a UICI o Federottica: ciascuna di esse possiede certe esperienze che, attraverso dialogo, partecipazione e confronto, sono riuscite ad arricchire l’intero ecosistema.

Tre obiettivi: informare, aiutare e presentare esempi virtuosi. Possono dirsi raggiunti?

Oltre ai numeri che ne testimoniano il successo, a mio parere, l’evento ha centrato in pieno i tre obiettivi. Gli intenti di informare, aiutare e raccontare, fin dal principio, non hanno mai avuto una mera funzione autocelebrativa, quanto piuttosto quella di testimoniare le innumerevoli difficoltà che determinate disabilità mettono sul nostro cammino, in particolare nell’accesso alla lettura e alla cultura. 

Non solo questo, però: l’evento ci ha regalato esempi di come sia possibile affrontare questi ostacoli in maniera differente. Il CILP lo fa da oltre 40 anni attraverso la realizzazione di audiolibri, ad esempio, ma questo confronto fruttuoso ha portato alla luce tutta una gamma di possibilità ed esperienze, supporti e idee, che arricchiscono il dialogo sull’inclusività.

Un roster di ospiti così variegato è stato un grande valore aggiunto: cosa l’ha colpita maggiormente?

Ho apprezzato particolarmente la discussione sviluppata assieme al noto economista Carlo Cottarelli: il suo intervento, dal mio punto di vista, è stato di fondamentale importanza perché, in più momenti, ha sottolineato il valore della cultura. Sentir dire questo dall’ex commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica – la nota Spending Review – in qualche maniera è una forte rassicurazione, quasi una speranza per le associazioni come la nostra.

In maniera differente, ma altrettanto interessante, l’intervento “Le difficoltà del percorso scolastico in presenza di disturbi visivi o dell’apprendimento” della scrittrice Susanna Tamaro, che ha aperto il primo giorno di “Ascoltare per Conoscere”. Al centro, un racconto personale di come sia evoluto nel tempo il trattamento che viene riservato a chi soffre di determinate disabilità e di come, in risposta ad un sistema incapace di aiutarla, sia riuscita a diventare la grande scrittrice che conosciamo trovando propri strumenti compensativi. La sua più importante riflessione? Parafrasando: “Se nascessi oggi? Probabilmente sarei destinata a subire le stesse dinamiche”. Questo mi ha fatto ragionare molto.

Qual è il “dono” più grande che lascia invece questo evento al CILP? Quali riflessioni ha fatto nascere e quali prospettive ha aperto?

Credo che sia l’aver individuato il grande entusiasmo di così tante persone e realtà uno dei principali doni che “Ascoltare per Conoscere” ha portato al CILP. Mi ha colpito particolarmente l’impegno, a diversi livelli, che viene messo nell’inclusione, nella cultura, nell’affrontare le problematiche delle disabilità. È stato bellissimo sentire, in un momento storico così complesso come quello da cui proveniamo, che c’è ancora tanto ascolto e attenzione per l’altro.

Questo ci motiva, ci dà forza per il futuro: ci offre un potenziale praticamente infinito. Finché il CILP continuerà a relazionarsi e a dialogare con l’ecosistema, che comprende anche e soprattutto i propri utenti, avremo sempre una prospettiva di crescita positiva che, perché no, porterà anche ad evoluzioni inattese, senza precludersi nulla. 

In poche parole, “Ascoltare per Conoscere”: solo così saremo sempre di più una “voce che ascolta”.