Neurite ottica | Approfondimento

La Neurite ottica è una malattia infiammatoria demielinizzante che causa calo del visus acuto associato a dolore. La persona accusa quindi un calo della vista improvviso con sensazione dolorifica.

Si tratta di una patologia molto diffusa tra gli adulti con un’età compresa tra i 20 e i 40 anni e generalmente si manifesta in forma monoculare, colpendo quindi solo uno dei due occhi.

Nei pazienti più anziani (oltre i 50 anni), si manifesta spesso come neuropatia ottica ischemica sia nella forma non arteritica che in quella arteritica: la forma non arteritica è la più frequente e compare a partire dai 50 anni di età, mentre quella arteritica in genere compare oltre i 70 anni di età e causa generalmente una perdita della vista maggiore rispetto alla prima.

È frequentemente associata alla sclerosi multipla: in particolare, ne è il primo sintomo nel 15-20% dei casi ed ha una prevalenza del 50% tra i pazienti affetti da tale patologia.

Il termine “neurite ottica” viene generalmente utilizzato anche per altre condizioni infiammatorie od infettive che interessano in nervo ottico.

Cause della Neurite Ottica

La causa principale della Neurite ottica è la presenza di una patologia demielinizzate, che come si è detto nella maggior parte dei casi è rappresentata dalla sclerosi multipla. Ciò determina una demielinizzazione infiammatoria immunomediata del nervo ottico, cioè una riduzione della mielina che ricopre le fibre nervose provocata dall’azione erronea del sistema immunitario stesso, che porta alla formazione di edema e alla rottura delle guaine mieliniche. Successivamente vengono attivati i linfociti T, i quali rilasciano agenti infiammatori nella sede del danno.

Ci possono però essere anche altre cause, come:

  • Malattie infettive – sinusite, meningite, encefalite virale, HIV, sifilide, tubercolosi
  • Neuromielite ottica
  • Metastasi neoplastiche lungo le fibre del nervo ottico
  • Intossicazione da prodotti chimici o farmaci – piombo, metanolo, chinino, arsenico, antibiotici…

Cause più rare invece sono:

  • Diabete
  • Oftalmopatia di Graves
  • Traumi
  • Anemia perniciosa

Sintomi e segni della Neurite ottica

I sintomi della Neurite ottica comprendono:

  • Calo della vista
  • Dolore al movimento oculare (nel 92% dei casi)
  • Alterazione/ridotta della visione dei colori – circa nell’88-94% dei casi a seconda del test utilizzato

Questa triade di sintomi caratterizza tipicamente l’esordio della malattia ed ha un’evoluzione in ore-giorni, con culmine in 1-2 settimane.

Inoltre nel caso di una Neurite ottica si possono riscontrare anche i seguenti segni clinici:

  • Ridotta acuità visiva
  • Difetto del campo visivo – prevalentemente viene riscontrato uno scotoma centrale
  • Difetto di motilità pupillare, con ridotta risposta pupillare alla luce
  • Edema del disco ottico
  • Fenomeno di Uthoff – con l’aumento della temperatura corporea si assiste ad una riesacerbazione della sintomatologia
  • Pallore temporale della papilla del nervo ottico
  • Aumentata latenza ai PEV (Potenziali Evocati Visivi) – incremento del periodo di tempo che intercorre tra lo stimolo visivo proposto e il potenziale nervoso registrato

Talvolta possono manifestarsi cefalea, nausea e perdita dell’equilibrio con gli occhi chiusi.

Diagnosi della Neurite ottica

La diagnosi della Neurite ottica è essenzialmente clinica e viene effettuata presso un centro oculistico.

Inizialmente il paziente viene sottoposto ad una visita oculistica, durante la quale l’oculista esegue l’esame del fondo oculare per osservare le condizioni cliniche della pupilla, l’esame campimetrico per evidenziare eventuali deficit della visione presenti nel campo visivo e test per valutare la capacità di discriminazione dei colori.

Successivamente vengono condotti degli esami strumentali, che possono essere più o meno invasivi, tra cui quelli più frequentemente utilizzati sono:

  • Potenziali Evocati Visivi (PEV) – i PEV sono un esame non invasivo e consentono di analizzare la conduzione di un impulso nervoso dalla retina alla corteccia cerebrale, in particolare si definiscono come variazioni dei potenziali bioelettrici della corteccia occipitale evocati da stimoli visivi. In questo modo si può quindi studiare l’integrità del circuito di trasmissione delle informazioni visive. Vengono registrati come l’elettroencefalogramma (EEG) con elettrodi di superficie posizionati sulla testa e consistono nella reazione elettrica a determinati stimoli sensitivi. Gli stimoli utilizzati consistono in una scacchiera su un monitor che inverte i riquadri bianchi e neri, via via con dimensione e velocità differenti. I PEV forniscono una serie di onde a polarità alternante fra le quali è possibile distinguere dei picchi, definiti con la lettera indicante la polarità e la cifra indicante il tempo di latenza. Il corrispettivo elettrofunzionale di un rallentamento della conduzione nervosa lungo le vie ottiche è rappresentato dall’aumento della latenza dell’onda P100.
  •  Tomografia ottica computerizzata (OCT) – si tratta di un esame non invasivo che permette di fotografare l’occhio in profondità e riesce a misurare lo spessore delle fibre del nervo ottico e delle cellule ganglionari. Quindi consente di visualizzare e quantificare gli strati cellulari della retina e di ottenere informazioni sullo spessore dello strato di fibre nervose della retina, ovvero il Retinal Nerve Fibre Layer (RNFL). Questo è una misura indiretta di perdita assonale e neuronale nelle vie visive anteriori, indice di un processo demolitivo in atto.
  • Risonanza magnetica (RM) – si tratta di un esame più invasivo, in quanto prevede una risonanza magnetica encefalo con assunzione di mezzo di contrasto. Alle immagini prodotte si osserva un nervo ottico più intenso e bianco. Ciò accade perché, in presenza di un’infiammazione localizzata, la barriera ematoencefalica non è più totalmente filtrante e il mezzo di contrasto la attraversa riversandosi ed accumulandosi nel nervo ottico.

In seguito alla valutazione dei risultati ottenuti dalla visita clinica e dalle indagini strumentali viene emessa la diagnosi di Neurite ottica.

Decorso e trattamento della Neurite ottica

La prognosi della Neurite ottica è dipendente dalla patologia di base a cui è associata la sua espressione.

Nella maggior parte dei casi ha una risoluzione spontanea, con ritorno della vista in circa 2-3 mesi. Tuttavia, in presenza di patologie sottostanti più gravi può risultare necessario un periodo di tempo maggiore e possono ripresentarsi recidive, sia nello stesso occhio che nel controlaterale.

Il trattamento prevede essenzialmente la prescrizione di corticosteroidi, che possono essere assunti per via endovenosa o per via orale a seconda dei casi, ed in seguito eventualmente di immunomodulatori o immunosoppressivi per ridurre la probabilità di recidive future.

Audiolibri: un supporto alla lettura per i pazienti con Neurite ottica

La Neurite ottica, come si è visto, è prevalentemente una condizione deficitaria temporanea. Tuttavia occorre ricordare che in questo periodo di tempo la capacità visiva del soggetto risulta alterata e ciò può determinare una grande difficoltà nel compiere le comuni azioni della vita quotidiana.

Per questo motivo può risultare particolarmente utile prendere in considerazione l’adozione di strumenti compensativi che supportino ed aiutino il soggetto nelle sue attività abituali.

Per quanto riguarda la lettura, che a causa di questa condizione clinica può essere compromessa, si possono sfruttare gli audiolibri: questi infatti, consentendo al paziente di ascoltare autonomamente il testo scritto, rappresentano uno strumento innovativo ed efficace per continuare a leggere anche in questi periodi, in cui si verifica il calo acuto della visione. Inoltre sono uno strumento facilmente fruibile, permettendo così alle persone di ogni età di accedervi in modo semplice e veloce.