Un “Viaggio al centro della Terra” insieme al CILP

Scopri un fantastico mondo sotterraneo insieme al libro parlato che racconta una delle più grandi avventure di sempre: “Viaggio al centro della terra” di Verne

Imbattersi in una pergamena in runico non è cosa da tutti i giorni. Ancor più speciale è riuscire a tradurla e scoprire che parli di un mondo sotterraneo, coesistente a quello della superficie terrestre, in cui è possibile penetrare.

Questo è l’incipit di “Viaggio al centro della terra”, il libro che ha eternato la fama del francese Jules Verne e la sua fantastica opera, e che il CILP ha scelto di proporre per far vivere un’avventura senza paragoni ai suoi ascoltatori. Sì, perché nonostante la pubblicazione tutt’altro che recente (1870) la fatica di Verne ha condizionato e continua ad influenzare un intero genere che tendiamo ad associare ai tempi moderni: il genere fantascientifico.

Permeato da un’aura a cavallo tra scienza e finzione, infatti, il romanzo di Verne trasporta l’ascoltatore in un viaggio che soltanto un folle, o un appassionato investigatore dell’ignoto, accetterebbe di compiere: quello negli infiniti cunicoli, tunnel e grotte che popolano il più profondo ventre terrestre. Luoghi che, tuttavia, non sono rimasti inabitati…

La trama: meraviglie uniche, animali fantastici e… antenati lontani

Otto Lidenbrock, professore di mineralogia all’università di Amburgo, è colui che trova la pergamena e la traduce, assieme al nipote Axel: ecco i protagonisti della storia, travolti da un’inestinguibile sete di scoperta ispirata dalle gesta di un ignoto scienziato, Arne Saknussemm. Di lui parla l’antico manoscritto in runico, e delle sue indicazioni sul modo per penetrare nei meandri della terra.

L’accesso è in Islanda, terra natia dello scienziato misterioso, e in particolare nella bocca di un remoto vulcano, ormai spento. Fra pozzi verticali e cuniculi perturbanti, il gruppo rischia di perdere la via e di perdersi, fino a quando un salvifico corso d’acqua rimpolpa le loro speranze di sopravvivere. Sarà l’acqua la madre matrigna di gran parte del viaggio: costruiranno una zattera per esplorare l’immenso lago che gli si parerà davanti e lungo le cui coste si innalzano funghi giganteschi.

Qui iniziano le scoperte ancor più inimmaginabili: rettili giurassici ritenuti estinti che lottano fra loro, ossa preistoriche di antichi antenati uomini-scimmia (o scimmie umanoidi?), foreste di milioni di anni fa che ospitano specie sconosciute e, infine, la scoperta più inattesa. Fra gli alberi vive un ominide altissimo che pasce un branco di mastodonti, anch’essi ritenuti estinti.

Cosa li aspetterà più avanti? Torneranno a “riveder le stelle”?

Jules Verne: ispiratore “ispirato” di mondi incredibili

“Voyage au centre de la Terre” è IL romanzo scientifico d’avventura per eccellenza: molti lo associano al sottogenere della fantascienza sotterranea e, per quanto innegabile sia questa evidenza, non sarebbe corretto ridurre ad essa la portata e l’impatto culturale che ha avuto sull’intera tradizione letteraria – e cinematografica – successiva.

Il romanzo ha aperto le porte delle mente di romanzieri e lettori settando stilemi e leitmotiv, creando modelli culturali più che innovativi, contribuendo alla costruzione dell’immaginario moderno sulle infinite possibilità dell’ignoto.

Proprio all’ignoto, o al suo più grande biografo, Edgar Allan Poe, Verne è debitore: senza scomodare la discesa dantesca agli inferi, basti dire che questo romanzo si pone come spartiacque di un genere che nelle sue ampissime sfaccettature illumina da secoli la fantasia dei lettori più affamati di scoperta.