La storia degli ultimi: l’audiolibro “I Miserabili” di Hugo

Dalla Giustizia alla sopravvivenza sociale: l’audiolibro “I Miserabili” ci parla dei “primi” contro gli ultimi e ne è eterna la memoria, fra storia e finzione

Un poema, come lo definì Rimbaud, un romanzo storico, uno dei maggiori successi di pubblico dall’800 in avanti: I Miserabili di Victor Hugo è tutto questo, perché mette in scena personaggi ispirati al reale, verosimili, contestualizzandoli perfettamente.

Hugo pennella ritratti degli strati più bassi della società francese della prima metà del XIX secolo, ma che sono le maschere degli ultimi di qualsiasi tempo: dalla sua penna emergono le vite di prostitute, caduti in miseria, ragazzi che vivono alla giornata, ex carcerati, studenti squattrinati. Ogni personaggio è l’incarnazione di una sfaccettatura del popolo francese (o di qualsiasi altro popolo) che al mutare del contesto rimane sempre “lo scarto”, il rifiuto. 

Appunto, il popolo dei miseri miserabili.

La trama dell’audiolibro “I Miserabili”

1815. L’ultimo degli ultimi, Jean Valjean, esce finalmente dal carcere e dai lavori forzati ai quali è stato condannato, per ben 19 anni: la sua colpa, quella di aver rubato un tozzo di pane. 

Vagabonda per la Francia mostrando il suo passaporto giallo, quello dei reietti, vedendosi sbattere ogni porta in faccia. Nessuno vuole un galeotto in casa, è uno scarto. Nessuno vuole Jean, che cova in seno un odio verso gli altri alimentato solamente dall’odio che riceve. Giunto a Digne, però, accade qualcosa di inatteso.

Qui Valjean incontra Monsignor Charles-François-Bienvenu Myriel, vescovo atipico della città: atipico perché estremamente umano, che ha devoluto la propria vita alla carità dopo una profonda crisi spirituale. Mons. Myriel accoglie Jean, ma quest’ultimo non lo ripaga con altrettanta cortesia: si macchia di un nuovo reato rubando l’argenteria dell’umile vescovo, l’unico “lusso” presente ancora nella dimora. Quella stessa notte, Jean viene arrestato e portato dai gendarmi di fronte a Myriel, che inaspettatamente lo difende dicendo che quelle posate sono un suo regalo. 

Qui il nostro protagonista avvia il proprio percorso di redenzione, profondamente scosso dalla figura e dalle azioni del vescovo: cambierà vita, proprio come l’ex aristocratico in disgrazia cambiò la sua. Coi soldi ricevuti in dono dall’alto prelato impianta una fiorente industria di bigiotteria e si fa conoscere con un nuovo nome: Monsieur Madeleine, che presto diventerà il sindaco della cittadina in cui si è insediato.

Ha così inizio la sua battaglia per gli ultimi, ma non sa che la sua guerra non è ancora finita…

Hugo e il suo romanzo senza tempo

Toccando temi del genere, I Miserabili non poteva che subire o l’odio o l’amore dei lettori: per la critica, infatti, l’opera pubblicata nel 1862, sotto il regime di Napoleone III, era un insieme di immoralità e amenità, che tra le altre cose elogiavano pericolosamente i moti rivoluzionari, recenti o meno. 

D’altro canto, per il pubblico fu un successo senza pari e senza confini. L’opera, nello stesso anno, venne tradotta in varie lingue: gli ultimi che descrive sono gli ultimi di sempre, gli ultimi di “ovunque”, ed è proprio qui che si cela la forza di questo romanzo.