Dislessia lessicale e Dislessia fonologica | Approfondimento

Come già ampiamente spiegato nell’approfondimento sulla Dislessia, questa rappresenta una condizione patologica per la quale i soggetti affetti presentano un disturbo dell’abilità di decodifica del testo in termini di velocità e correttezza.

Una delle suddivisioni identifica due tipologie di Dislessia: la Dislessia lessicale e la Dislessia fonologica.

Per meglio comprendere di cosa significhino queste due condizioni sul piano clinico è opportuno soffermarsi su come può avvenire il processo di lettura, attraverso l’analisi del modello a doppio accesso (o a due vie) elaborato da Sartori nel 1984.

Ragazzo che fa i compiti

Il modello di lettura a due vie

Il modello di lettura a due vie di Sartori individua due percorsi attraverso cui può esplicarsi il processo della lettura: la via lessicale (o visiva) e la via fonologica. L’integrità e l’integrazione di entrambe in un soggetto sano gli consente di essere in grado di leggere qualsiasi stringa di grafemi, indipendentemente dal fatto che rappresentino una parola compiuta o assolutamente priva di significato.

Il processo di lettura ha avvio grazie alla via visiva e/o fonologica, poiché le prime due fasi sono comuni entrambe. In questo stadio si verifica l’individuazione delle caratteristiche grafiche salienti dello stimolo proposto, per quanto riguarda sia la forma globale in cui si presenta sia quella dei singoli grafemi che lo compongono. In pratica vengono riconosciute le lettere della parola scritta.

Successivamente si assiste ad una separazione delle due componenti, che procedono in maniera parallela ma in modo indipendente l’una dall’altra.

Via lessicale (o visiva)

La via lessicale (o visiva) si indirizza verso il lessico visivo di input: si tratta di un magazzino di memoria che consente il riconoscimento visivo delle parole e che è costituito dai cosiddetti logogens. Questi sono dei generatori di parole che registrano ed agglomerano informazioni sulle caratteristiche visive ed ortografiche dei vari vocaboli. Per ogni parola conosciuta esiste un logogen associato, quindi ognuno di essi è in grado di indentificare solo determinate caratteristiche. Per comprendere meglio questo concetto è opportuno fare un esempio: il logogen di “cane” è in grado di identificare le sillabe e i singoli grafemi al suo interno, quindi “ca”-“ne”-“c”-“a”-“n”-“e”, e può rilevare altre parti di diverse parole che presentano le stesse caratteristiche, come la sillaba “ca” nella parola “casa”. In parole in cui non sono presenti sillabe o grafemi corrispondenti, il logogen non è in grado di individuare alcuna caratteristica. Il logogen ha l’abilità di immagazzinare nuove informazioni e caratteristiche, quindi ogni volta che viene presentato un nuovo stimolo aggiorna le suo conoscenze rendendo possibile l’identificazione di altri grafemi e sillabe. Quando il logogen possiede il maggior numero possibile di caratteristiche comuni con lo stimolo viene attivato e va a recuperare il codice corrispondente nel sistema semantico. Quest’ultimo è definito come un magazzino di memoria, all’interno del quale ad ogni parola conosciuta corrisponde un preciso input lessicale, e permette di accedere al significato del vocabolo.

Ciò viene chiamato accesso lessicale poiché, dopo aver recuperato il significato della parola, consente di disporre anche di altre informazioni quali l’ortografia, la classe grammaticale e la pronuncia.

L’accesso lessicale permette quindi a chi utilizza la lettura di comprendere il significato di quanto letto e di raccogliere dal magazzino di memoria il sistema fonologico di produzione, ovvero le informazioni relative al suono da emettere. Quest’ultimo attiva infine il sistema articolatorio dedicato alla pronuncia della parola.

Via fonologica

La via fonologica, dopo la prima tappa in comune con la via lessicale, si avvia verso l’identificazione delle lettere. A questo livello la parola viene scomposta nelle componenti sublessicali, ovvero i singoli grafemi, le sillabe e i gruppi consonantici e vocalici. Successivamente subentrano le regole di conversione grafema-fonema, che consentono di attribuire ad ogni componente il suono corrispondente. Tali suoni vengono poi fusi tra di loro e si arriva al risultato finale, l’ottenimento del suono della parola che viene emessa in seguito all’attivazione del sistema fonologico ed articolatorio.

La via fonologica viene chiamata anche prelessicale, poiché anche in assenza di accesso al significato si può passare direttamente al sistema articolatorio. Ciò consente la lettura di parole nuove e non parole o di parole di una lingua straniera. Questo aspetto fa sì che sia possibile decodificare i suoni anche senza comprenderne il significato. Generalmente la via fonologica viene utilizzata in modo fisiologico durante i primi approcci alla lettura, quando ancora non è ancora stato costituito il sistema semantico.

La via fonologica può però diventare via lessicale: questo avviene quando il suono di una parola letta a voce alta attiva il processo di riconoscimento visivo, attraverso cui si può accedere al sistema semantico.

Differenza tra Dislessia lessicale e Dislessia fonologica

Una volta compresi i meccanismi attraverso cui avviene il processo di lettura e cosa consentono di leggere le due differenti vie, è possibile identificare la differenza tra la Dislessia fonologica e la Dislessia lessicale e le caratteristiche corrispondenti.

La Dislessia lessicale si manifesta a causa di una scarsa efficienza della via lessicale, per cui il soggetto con questa tipologia di Dislessia utilizza in modo privilegiato la via fonologica per la lettura di un testo scritto. Durante la lettura e la somministrazione dei test per la Dislessia si possono osservare:

  • difficoltà con parole irregolari con capacità migliori per quanto riguarda le non-parole e le parole regolari
  • uguale capacità di lettura di non-parole e di parole
  • errori di regolarizzazione dell’accento
  • difficoltà ad assegnare il significato corretto a parole omofone non omografe – il soggetto attribuisce lo stesso significato ad esempio alla coppia di parole “lago”-“l’ago” o “anno”-“hanno”

La Dislessia fonologica è invece determinata da un deficit di funzionamento a livello della via fonologica, quindi viene utilizzata prevalentemente la via lessicale per la lettura di un testo scritto.

Durante la lettura e la somministrazione dei test per la Dislessia si possono osservare:

  • difficoltà nella lettura di non-parole e di parole sconosciute, soprattutto quando sono molto lunghe
  • capacità di lettura delle parole significativamente migliore

Esiste inoltre una condizione di Dislessia profonda in cui sono compromesse entrambe le vie di lettura e quindi si assiste alla difficoltà di lettura sia di parole che di non-parole.

Intervento riabilitativo della Dislessia lessicale e della Dislessia fonologica

Il trattamento della Dislessia lessicale e della Dislessia fonologica prevede l’intervento del Logopedista e l’utilizzo degli esercizi comunemente utilizzati nell’intervento per la Dislessia e spiegati nel relativo approfondimento. Tali esercizi possono essere adeguati alle esigenze del paziente, con lo scopo di incentivare un più efficace sviluppo della via di lettura deficitaria e l’apprendimento di condotte di compenso.

Accanto a questo approccio riabilitativo più tradizionale, si è rivelata utile anche in questi casi l’adozione di alcuni strumenti compensativi. Tra questi, in particolare, l’audiolibro si presenta uno degli strumenti efficaci che possono essere sfruttati dai soggetti con questi quadri clinici. È infatti un supporto alla lettura semplice da utilizzare e generalmente ben accettato, che incentiva l’autonomia nel compito e che consente di avere un feedback uditivo relativo al testo scritto. Ciò può aiutare nell’associazione tra forma scritta e forma parlata, sfruttando il canale uditivo che in questi soggetti non risulta essere compromesso dalla Dislessia.